mercoledì 29 febbraio 2012

Nuovi particolari


un giorno o l'altro fra luglio e agosto 2006

La vita è un eterno passaggio di momenti che restano unici, ma succede spesso che ci si dimentichi di ciò. Quanti vorrebbero che una situazione, uno stato d’animo, un periodo della propria vita durasse per il resto dei nostri giorni. Ma siamo innanzitutto noi che cambiamo, che evolviamo, nel bene o nel male, non siamo mai gli stessi: se il sole di solito ci mette di buon umore, potrebbe infastidirci il giorno in cui fa troppo caldo.
Siamo così, siamo volubili, la vita stessa è volubile, lo è la natura, il clima, e ogni giorno, o addirittura ogni istante, fa storia a sé, non è ripetibile; e anche se ciò fosse possibile non lo rivivremmo allo stesso modo.
La soluzione? Sarebbe quella di accogliere ogni istante, ogni evento, ogni cambiamento della propria vita con serenità, cogliendo quel momento come l’occasione per fare un salto di qualità. Dico sarebbe, perché... niente è come ieri, non c’è un giorno uguale all’altro, oggi è così - domani chissà, ecc. ecc. ecc.
Succede però (almeno a me e penso anche a molti altri) che, se non si è mai del tutto pronti ad un qualsiasi cambiamento, ci si renda conto dei propri mutamenti, della propria evoluzione, della propria maturazione, proprio perché ci si comporta in modo anomalo, si è nervosi, suscettibili, insoddisfatti...
E poi si vivono momenti del tutto inattesi, apparentemente insignificanti tanto sono semplici e... piccoli, della durata di un istante, che però sono l’indice di una nuova predisposizione, di nuova comprensione, di nuova apertura. In questi ultimi giorni, tra la fine di luglio e i primi di agosto, noto particolari del paesaggio a cui non avevo mai fatto caso: una casa su uno spuntone fra le colline; un’altra all’angolo di una strada, lì da chissà quanto tempo, visto l’aspetto un po’ trasandato; un alberello in un parco all’ombra di un altro molto più alto e più grande... Ne resto piacevolmente sorpreso, e benché non sappia dire cosa ciò significhi esattamente, mi dice che qualcosa in me si muove; e poi, ripensando a questi... nonnulla, mi rendo conto che effettivamente sono cambiato.

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